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Pasqua in Calabria un viaggio tra riti antichi e radici profonde

22 Febbraio 2024

4 minuti

La Calabria durante la primavera offre uno spettacolo incantevole per i sensi, con la natura che si risveglia in tutta la sua bellezza. La stagione non solo regala paesaggi mozzafiato, ma anche feste tradizionali, in particolare le celebrazioni pasquali vissute ancora con grande intensità. I riti della Settimana Santa in Calabria, che mescolano il sacro e il profano, faranno rivivere ai viaggiatori delle radici un’esperienza immersiva negli aspetti più intimi della spiritualità calabrese.

Da nord a sud della regione, si tramandano tradizioni secolari che rievocano usi e costumi antichissimi.

Appuntamenti da non perdere

Eventi imperdibili sono i riti greco-bizantini della Pasqua arbëreshë (Pashkët),uno dei momenti più attesi dell’anno.

Visitare questi paesi della Calabria, durante la Settimana Santa, significa assistere ad uno dei momenti più significativi per la comunità, che celebra questo evento con un misto di devozione religiosa e allegria contagiosa che culmina con le tradizionali “Vallje”, i balli caratteristici di vittoria e liberazione nei quali i danzatori sono ben riconoscibili dai tradizionali abiti dai colori sgargianti, impreziositi da gioielli vistosi.

Le processioni solenni sfilano per le vie strette del borgo, accompagnate da canti sacri che narrano la resistenza contro i turchi. Durante la vigilia pasquale, le famiglie arbëreshë si riuniscono attorno a tavole imbandite con prelibatezze locali. La convivialità si prolunga fino a notte fonda, tra racconti degli anziani e balli tradizionali che coinvolgono giovani e meno giovani.

Nell’area grecanica di Bova si può invece assistere a l’ancestrale rito delle Persephoni, che rappresenta un connubio tra sacro e profano, con una processione che mescola mito e rito cristiano. Durante la Domenica delle Palme un corteo porta per le vie del borgo le statue delle Persephoni (dette anche Pupazze) che simboleggiano la ricchezza della terra. Si tratta di una processione di figure antropomorfe femminili realizzate con foglie di ulivo intrecciate, applicate su supporti di canne selvatiche e decorate con nastri colorati, merletti, rami di mimosa, fiori, frutta e primizie di stagione tra cui olive, fave, bergamotto, mandarini. È compito dei contadini mettere in opera con maestria e pazienza il complesso processo di intreccio delle foglie e di assemblaggio degli elementi vegetali. Questo laborioso procedimento include anche la differenziazione tra madri e figlie in base alle dimensioni delle figure. Le pupazze rappresentano un legame con il mito greco di Persefone e Demetra, evocando antichi riti e miti precristiani di origine magno greca. Strettamente connessi al ciclo delle stagioni, col passare del tempo, dopo l’influenza bizantina e la latinizzazione, questa tradizione si è adattata alla liturgia cristiana della Domenica delle Palme. Le pupazze diventano così un simbolo unico che fonde elementi pagani e cristiani, testimoniando una ricca storia di continuità culturale e spirituale.

Tra i riti più intensi della Pasqua in Calabria ci sono quelli dei vattienti, battenti o flagellanti, che si svolgono a Nocera Terinese e Verbicaro. Questi riti, seppur cruenti, custodiscono una venerazione radicata nel passato e costituiscono elementi essenziali dell’identità e del patrimonio culturale locale.

Numerosi paesi calabresi, come Polistena, Rosarno, Soriano Calabro, Briatico, Badolato, celebrano oltre alle suggestive processioni del Venerdì Santo, l'”Affruntata”, evento suggestivo che ripercorre l’incontro tra Cristo Risorto e la Madonna e che si tiene la Domenica di Pasqua. A Briatico, oltre all’Affruntata, si svolge l’Infiorata di Potenzoni, un’occasione che richiama turisti e curiosi per ammirare opere d’arte realizzate con fiori, sabbie, legni ed elementi naturali.

 

Delizie Culinarie:

Molti sono i cibi legati alla tradizione pasquale, le inconfondibili Jova di Pasqua del rito orientale, ovvero le Uova di Pasqua colorate di rosso delle popolazioni arbëreshë; le cuzzupe, dei dolci dalla forma intrecciata con uova sode e codette colorate come decorazione, conosciute in altre zone della Calabria come sgute, cululi o cudduraci; le Nepitelle, dei ravioli ripieni di sanguinaccio, vino cotto, uvetta fichi e frutta secca.

In conclusione, assistere alle celebrazioni della Settimana Santa riporterà il viaggiatore delle radici a vivere i riti antichissimi vissuti dai propri antenati che da secoli si ripetono secondo tradizione, intatti nel loro fascino antico.

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